Dopo la pesante sconfitta interna, un’altra brutta notizia si abbatte sull’Udinese. Totò Di Natale, capitano e uomo simbolo per tanti anni della squadra friulana annuncia il suo ritiro dal calcio giocato a fine stagione “In 10 anni che sono a Udine ho fatto più gol delle volte in cui sono uscito a cena con mia moglie. Certe critiche non le capisco. Mi sono confrontato con la famiglia e il procuratore, poi parlerò con la società“.
POLEMICHE CON L’AMBIENTE – Parole pesanti,forse figlie del brutto momento e dette dopo una brutta sconfitta contro il Verona, dinanzi a un pubblico che ad ogni minimo errore era subito pronto a fischiare. La stagione non era delle più facili, lo si era capito da subito, ma il popolo bianconero sapeva di poter contare sul suo bomber napoletano, che veste gli stessi colori dalla stagione 2004 segnando 162 goal in 311 partite ufficiali.
LO STUPORE DI GUIDOLIN – La notizia non era conosciutà nè dalla società e ne da mister Guidolin con cui Di Natale ha avuto sempre un ottimo rapporto. In conferenza stampa è infatti ben comprensibile lo stupore dell’allenatore in seguito alle dichiarazioni del proprio attaccante: “Non saprei cosa dire. Non lo sapevo, ma secondo me si tratta di un momento di amarezza dopo una sconfitta e un momento delicato per lui e per la squadra. Siamo in un momento di difficoltà, dobbiamo tirarci su le maniche. Purtroppo stiamo vivendo un’altalena di risultati di cui non possiamo non tenere conto. Lo vedo tutti i giorni, si allena con noi, non gli riesce di andare in gol con quella facilità figlia delle sue grandissime qualità, ma rimane un grande giocatore e il nostro capitano e abbiamo bisogno di lui: cercherò di fargli cambiare idea“.
IL SUPPORTO DI TONI– Anche Luca Toni, grande amico di “Totò”, alla notizia del ritiro del collega rimane esterrefatto ai microfoni di Sky: “Mi dispiace per Totò, lo capisco perché non fa gol. Ma non riesco a immaginarmi un’Udinese senza Di Natale”.
Gli amanti del calcio ,si augurano di certo che le parole di Di Natale siano frutto soltanto di un momento di nervosismo e di poca lucidità. Gli stessi tifosi che lo hanno contestato, ma soprattutto l’intero calcio italiano non sono ancora pronti a poter rinunciare a un campione come il numero 10 dei bianconeri.
