Zlatan Ibrahimovic ha parlato pubblicamente in un’intervista che verrà pubblicata per intero il 5 ottobre.
Svela di un suo errore, che non si perdona, nonostante il suo ego e il modo nel quale si è sempre rapportato nel calcio. Da ex calciatore, critica una sua scelta, dopo una vita passata tra Milan, Italia e non solo, diventando leggenda comunque del calcio svedese e mondiale.
Ibrahimovic ha cambiato per sempre la storia del calcio, rivoluzionando anche il ruolo di punta, rappresentando un simbolo in qualità di attaccante capace di essere dotato tecnicamente nonostante l’altezza e la stazza fisica. In un’intervista, a proposito della sua importante carriera, si è criticato per una scelta fatta, svelando un retroscena legato al suo passato da calciatore.
Ibrahimovic ha smesso di giocare, dopo l’esperienza vissuta al Milan e adesso ha parlato del suo passato, svelando quello che definisce un errore della sua carriera.
Il 5 ottobre sarà pubblicata per intero un’intervista con Piers Morgan, della quale sono stati già svelati alcuni temi che ha trattato Zlatan Ibrahimovic, che si è confessato sul suo passato.
“Ho sbagliato a non andare lì”, parla così Ibrahimovic di una squadra che avrebbe vissuto da titolare quando era giovanissimo. Il riferimento è sul provino con l’Arsenal, mai fatto a causa del suo stesso “ego” che lo ha contraddistinto nel mondo del calcio e che gli ha comunque permesso di giocare per i più grandi club al mondo.
Il retroscena sul provino con l’Arsenal, che ha segnato comunque per sempre la carriera di Ibrahimovic per la mancata scelta di andare a Londra per giocare con la maglia dell’Arsenal. Lui ne parla così nella sua intervista: “Fui contattato dall’Arsenal per fare un provino con il club, ero giovane. Non andai perché dissi che Zlatan non fa provini, essendo il migliore. Mandai a fanc**o tutto, io sono fatto così. È una cosa che ho sbagliato, posso dirlo”.
In un primo stralcio pubblicato dell’intervista di Ibrahimovic, le parole di Zlatan sulla sua carriera: “Io sono il fuoco, se vuoi giocare con me, lo sarò. Io dico che sono Dio, ma pensi che io stia scherzando? Non sto scherzando. Guardiola? Mi disse che i calciatori non arrivavano in Ferrari in allenamento, allora mi presentati con la mia Ferrari”.
SU RAIOLA – “Mi manca tutti i giorni, la gente pensa che lui sia stato solo un agente sportivo, ma non è così. Per me era tutto. Mi manca, manca a tutti quanti che lo conoscevano davvero oltre il calcio”.
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