Durissimo attacco da parte di uno storico protagonista della Serie A ai club del nostro campionato: l’accusa è pesantissima, si parla addirittura di furto
Che il calcio italiano sia in crisi non è certo una novità, anzi. Le prestazioni delle squadre di Serie A in campo europeo e le difficoltà della Nazionale, nonostante gli ultimi risultati positivi, dimostrano come, negli ultimi anni, il calcio nel nostro Paese abbia attraversato e probabilmente stia ancora attraversando un periodo di sofferenza e di perdita di importanza, sia dal punto di vista sportivo che economico. 
Della crisi del calcio italiano e del pericolo di fallimento per le squadre del massimo campionato, la maggior parte delle quali si indebita fino al collo per vincere in patria e cercare di restare competitiva in campo internazionale, ha parlato Arrigo Sacchi durante la presentazione del suo nuovo libro “Il Realista Visionario”. L’ex allenatore del Milan, storico protagonista della Serie A nei suoi anni d’oro, nei quali ha portato i nerazzurri sul tetto d’Italia, d’Europa e del mondo, ha rilasciato alcune dichiarazioni durissime ai microfoni di Sky Sport.
Sacchi: “La furbizia non è un valore, vincere con i bilanci in rosso è rubare”
Durante un’intervista concessa alla storica emittente sportiva, Arrigo Sacchi ha dichiarato di credere ancora in dei valori, nonostante viva in un Paese che li ha sbagliati. La furbizia, se già di per sé disonesta, non è un valore, se non in Italia. Qui, infatti, secondo l’ex allenatore, l’unico obiettivo dei club è vincere, e per fare questo essi sono disposti a fare qualsiasi cosa, anche a ricorrere a metodi illegali quali la corruzione.
Secondo i dati forniti dall’Unione Europea, infatti, questa è una piaga prevalentemente italiana: il 50% della corruzione nel continente avviene proprio nel nostro Paese, e questo incide anche sulla vita e sullo sport. Un altro duro attacco da parte dell’ex CT della Nazionale italiana è rivolto ai cosiddetti “tattici”: nel calcio italiano si cerca di fare molta tattica e poca strategia ma, come ricorda Sacchi, il calcio è nato come sport di squadra votato all’attacco. Sono stati proprio gli italiani a trasformarlo in uno sport individuale dalla mentalità prettamente difensiva. 
Certo, come riconosce lo stesso ex allenatore del Milan, si cerca di fare qualche movimento, qualche passo in avanti, ma l’Italia è in netto ritardo. Qualche allenatore cerca di migliorarsi individualmente, ma è il sistema, il Paese, che non si migliora. Arriva poi l’attacco pesante, la proverbiale bomba sganciata su (quasi) tutti i grandi club italiani, che pur di vincere si indebitano pesantemente senza, apparentemente, pagarne le conseguenze:
“Questo è un Paese nel quale le squadre sono in rosso nel bilancio perché è un Paese di tattici. Non si cerca di dare un gioco, si cerca di sfruttare l’errore altrui e allora si deve mettere in rosa un calciatore di altissimo valore. Uno che non aiuta la squadra, ma approfitta degli sbagli degli avversari. Per questo abbiamo i bilanci in rosso, ma vincere con i bilanci in rosso è rubare“.