L’Arabia Saudita è entrata con mani e piedi nel mondo del calcio, rivoluzionandolo in parte, e non è ancora finita: la nuova idea spaventa l’Occidente
Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, già prima di diventare il primo ministro, aveva le idee chiare su cosa avrebbe voluto fare per rendere grande il suo Paese. Grazie allo sport, ma non solo – e infatti Riyad ha vinto l’Expo del 2030 contro (pure) Roma -, il figlio di re Salman sta tentando di ripulire l’immagine dello Stato del Golfo persico, puntando specialmente sul calcio.
Con il fondo di investimento Pif, che fa capo proprio a lui, prima ha comprato il Newcastle, che adesso si sta giocando il passaggio del turno in Champions League contro il Milan, poi ha iniziato ad attrarre, con i suoi milioni, stelle in caduta libera (o quasi) per la Saudi Pro League, il primo della lista proprio quel Cristiano Ronaldo che per decenni ha contribuito a far alzare trofei al Manchester United, al Real Madrid e anche alla Juventus.
Il progetto di bin Salman, come sappiamo, non è rimasto circoscritto al campionato saudita, anzi. Tra Final Four di Supercoppa italiana e Copa del Rey spagnola, con i petrol dollari a fare da cuscinetto, il principe ereditario, dalla concezione discutibile dei diritti umani, ha quasi messo in cascina anche i Mondiali del 2034.
I Mondiali del 2034 in Arabia Saudita potrebbero giocarsi anche in estate
Al momento, infatti, nonostante ancora non sia ufficiale che sarà proprio l’Arabia Saudita a ospitare i campionati mondiali fra nove anni, il Paese mediorientale è l’unico che ha presentato in tempo la domanda alla Fifa per organizzare il torneo, e se tanto ci dà tanto, saranno loro a portarseli a casa, con tutte le conseguenze del caso.
Com’è successo anche per il Qatar, che ha organizzato i Mondiali dello scorso anno e, per la prima volta, a cavallo della stagione invernale, anche per quelli del 2034 si starebbe pensando a una formula che potrebbe mettere in stand-by i campionati tra novembre e dicembre. Ma ancora non è detto.
Abdulaziz bin Turki Al Faisal e il numero uno della Federcalcio del Paese, hanno infatti aperto alla realizzazione di un Mondiale estivo: “Stiamo studiando entrambe le opzioni – ha spiegato il principe saudita -. Che sia estate o inverno non ha importanza per noi, purché ci assicuriamo di creare l’atmosfera giusta per ospitare un evento del genere”.
Tra le ipotesi ci sarebbe quella di portare le partite dove il clima è più favorevole al gioco, ma anche di costruire stadi al chiuso con tanto di aria condizionata, ipotesi che farebbe rizzare ancora di più i capelli agli ambientalisti, così come a tutti quelli interessati ai diritti umani. Un’altra analogia, infatti, con il torneo vinto dall’Argentina è proprio la deroga concessa dalla Fifa per il trattamento di donne, migranti e omosessuali da parte dello Stato del Golfo Persico, motivo per il quale ci si deve andare con i piedi di piombo.