
Non di certo un avvio di campionato da ricordare per l’Atalanta. Solo 10 i punti conquistati nelle prime 11 gare disputate per i bergamaschi, che occupano il diciassettesimo posto, con soli due punti di vantaggio sulla zona retrocessione.
Il prossimo impegno per i nerazzurri sarà quello contro la Roma, che aprirà la dodicesima giornata. Stefano Colantuono, a pochi giorni dalla sfida con i giallorossi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai colleghi de Il Corriere dello Sport, nella quale si è espresso riguardo all’incontro di sabato: “La Roma, come si dice da queste parti, come la tocchi suona. Ha tanti giocatori pericolosi, Gervinho, Ljajic, Iturbe. Poi centrocampisti che sanno inserirsi come Pjanic, Nainggolan e De Rossi. Citarne uno solo è riduttivo”.
Il tecnico atalantino teme la squadra guidata da Rudi Garcia, anche più della passata stagione: “E’ difficile fare paragoni da un anno all’altro. L’unica cosa che noto è che mantiene lo stesso trend della passata stagione, è forte e secondo me ha ridotto le distanze dalla Juventus e si giocherà lo Scudetto fino alla fine. Rispetto alla passata stagione si è confermata, ha fatto acquisti importanti, è a un passo dalla Juventus e ha più possibilità di vincere il titolo”.
L’Atalanta deve risalire al più presto la china, come testimoniano le parole di Colantuono: “L’inizio è stato un po’ difficile per vari motivi, fermo restando che non è molto diverso dallo scorso campionato, quando dopo undici partite avevamo tredici punti, oggi solo tre in meno. Il calendario è stato tremendo. Juventus, Fiorentina, Inter e Napoli una dietro l’altra. Non pensavo che fosse così difficile la partenza. E’ vero, abbiamo perso qualche giocatore, Bonaventura lo abbiamo sostituito con Papu Gomez, che non abbiamo quasi mai avuto perché si è infortunato. Poi abbiamo perso anche Estigarribia, poi altre assenze per squalifica. L’inizio è stato un po’ difficile ma non così deludente”.
E sul suo futuro sulla panchina del club lombardo, ecco come risponde: “Sono a Bergamo da sette anni, sanno vita, morte e miracoli di me. Sono domande che un giornalista deve sempre fare in momenti come questi. Ma io sono tranquillo, quello che ha fatto l’Atalanta è sotto la luce del sole, i dirigenti sono abituati a vedere come lavoriamo, sanno quello che abbiamo fatto negli anni”.